CONCENTRAZIONE

Salve a tutti i miei lettori.

Avendo spostato un paio di mesi fa le scrivanie in ufficio,  da contro finestra a favore dell’esterno, mi riesce molto meglio di osservare. Sì perché quello che avviene dentro l’ufficio ha un’aria molto diversa, direttamente dipendente dal luogo in cui ci troviamo.

Sicuramente sarà capitato anche a voi di avere  alcuni colleghi, ad esempio, che non si accorgono neppure, se, arrivando in ufficio i balconi sono aperti o chiusi, se le tende sono tirate o meno, se la luce è spenta o accesa.

Si siedono come di consueto alla scrivania, accendono il computer, carburano 10\15 minuti davanti al PC per capire realmente se sono svegli o se hanno ancora un piede a letto e poi si attivano per il fare della giornata.

A fine pomeriggio, quando il sole è in calare non si sono nemmeno accorti che non hanno mai dato uno sguardo all’esterno, non sanno se fuori piove, c’è il sole o tira vento…eppure  la scrivania è collocata proprio di fianco a noi e alla finestra.

Inviano le ultime mail, spengono il computer ed escono dall’ufficio … la tenda della loro finestra è rimasta chiusa tutta la giornata.

Per non parlare dei rapporti con i colleghi : …buongiorno e buonasera! Non c’è stato confronto, comunicazione, sinergia, interscambio.

Così come la scrivania e le finestre, anche i rapporti umani sono rimasti chiusi.

Direte : …avranno avuto talmente tanto da fare che non hanno neppure avuto il tempo di aprire la tenda!

Avranno talmente tanti problemi a casa che non hanno neppure fiato per comunicare con gli altri.

Non è proprio così.

E’ che non siamo più abituati a darci una motivazione, una sferzata, un motivo per riaccendere la concentrazione e lo stimolo all’essere attivi.

Poco entusiasmo, carenza di valore per il luogo nel quale ci troviamo e nel quale trascorriamo buona parte della giornata.

Il luogo di lavoro nella testa obbligatoriamente coincide con un ambiente in cui si sta per forza. Questo è il senso comune che si riscontra parlando con la maggior parte delle persone.

Anzi : meno si fa, meno problemi ci sono.

Mi chiedo: come è possibile che si riesca a ad essere produttivi e motivati se si parte primitivamente con l’insoddisfazione.

Stando in un luogo per forza non è possibile starci bene.

Conseguenza : perdita di concentrazione, mancato raggiungimento di obiettivi, perdita di autostima e malessere generale.

Guardare per un momento fuori dalla finestra soprattutto quando c’è il sole serve a riprendere energia dalla luce, ad accendere la concentrazione, a dedicarci una boccata d’aria, a stimolare i nostri sensi e dire “sì ci sono”.

Rapportarci con i colleghi confrontando idee e metodi di lavoro serve a sentirci vivi, utili e costruttivi.

A ricordarci che il nostro quotidiano è fatto di infiniti tasselli che legati tra loro ci danno la motivazione del nostro esistere.

Far sì che l’ambiente di lavoro ci faccia sentire bene e che i rapporti con i colleghi siano di stima, rispetto, e confronto aiuta a crescere e ad evolverci quotidianamente.

Darsi da fare per accrescere la nostra attività in azienda e far sentire che siamo collaborativi e propositivi può darci l’impulso ad accrescere il nostro grado di autostima e a farci vivere meglio.

Nel lavoro, come a casa, ciò che conta è esserci, con la testa e con il cuore.

 

Info sull'autore
Stefania Schenato

Laureata in Lettere presso l'Università degli Studi di Padova. Imprenditore settore turistico, professionista nel settore creditizio quale intermediario in attività finanziaria. Particolarmente vocata all'analisi degli atteggiamenti del management aziendale con propensione alla formazione dei collaboratori d'azienda secondo un metodo semplice di gestione organizzativa e imprenditoriale. Per Company Office è direttore responsabile del blog che con periodicità individuerà percorsi formativi ed argomenti utili alla valorizzazione e al consolidamento dell'individuo come persona e della propria realtà lavorativa e di crescita.

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  • validissimo

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